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la vita oltre la morte


    givanni battista negroni

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    givanni battista negroni Empty givanni battista negroni

    Messaggio  amministratore Sab 3 Mag 2008 - 12:38

    la casata negroni

    Questo scritto è volto a riassumere quei pochi dati residui delle vicende legate ad un singolare abitatore del Castello di Monte Rubiaglio: il conte Giovanni Battista Negroni che vive ed opera tra la fine del seicento e la prima metà del settecento. La pace assicurata dal Buon Governo, la ricchezza Castello di Monte Rubiaglioeconomica di cui dispone, l'intelligenza di cui la natura lo ha dotato, lo spingono ad occuparsi di scienze occulte, come vengono comunemente chiamate la magia, la negromanzia, la cabala, l'alchimia e tutte le scienze segrete. Delle sue opere, certamente copiose, nulla è rimasto: delle sue scoperte, nulla è sopravvissuto. Anche la sua tomba è scomparsa, come tutte le cose che gli sono appartenute. Solo alcune tracce che ha lasciato permettono di seguire, e di commentare in questo scritto, il suo corso di studi. Tra gli adepti dell'occultismo il suo nome e le sue opere sopravvivono tutt'oggi. Nel 1994, in Italia, sono censite seicento Sette, concentrate soprattutto a Torino, Roma e Bologna, e tre ditte specializzate che inviano contrassegno l'occorrente per messe nere; cappucci, mantelli, candele, messale con la liturgia in latino, calici, stole e coltelli rituali.
    Stemma dei Conti NegroniI conti Negroni, originari di Bergamo, si stabiliscono a Orvieto e Roma nel XVII secolo. Il conte Giovanni Francesco Negroni è governatore del territorio di Orvieto per la Santa Sede dal 1664. Sua sorella Faustina Negroni, nel 1673, commissiona a Tommaso Mattei il sepolcro in marmo, per lei ed il suo consorte Giovanni Battista Guidoni nella chiesa di Sant'Angelo di Pustierla in Orvieto. Questa famiglia, eleggendo a propria residenza Orvieto, si fa erigere un bel palazzo, oggi sede del Tribunale; acquista poi un complesso di abitazioni in piazza Vivaria, nel retro del palazzo del capitano del popolo. In Roma emergono padre Giulio Negroni, dotto gesuita, morto nel 1678, Andrea, nato nel 1710, segretario dei Brevi, tredicesimo abate commendatario, dal 1760 al 1799 dell'abbazia dei SS. Severio e Martirio nell'Orvietano, eletto cardinale nel 1766 da papa Clemente XIII. A questi si deve la grandezza della famiglia, aggregata alla nobiltà romana nel 1746 in persona di Stanislao che nel 1752 è conservatore di Roma. I Negroni vengono poi compresi tra i nobili coscritti. Il conte Baldassarre, nel 1850, è gonfaloniere di Velletri e viene ascritto al patriziato insieme alla sua famiglia. Il conte Giuseppe Negroni, erede dell'ultimo duca don Luigi Caffarelli, è autorizzato da Sua Santità Pio IX ad assumere il cognome ed il titolo diStemma del Cardinale Andrea Negroni duca Caffarelli. Lo stemma araldico è spaccato nel primo d'argento a due mori al naturale posti di fronte, tenenti tre frecce una in palo e due decussate; nel secondo d'argento a tre sbarre d'azzurro. In Orvieto, il conte Giovanni Battista Negroni, pressoché trentenne, dopo le nozze con una Ludovisi di San Casciano, nel 1698 acquista il feudo ed il Castello di Monte Rubiaglio dall'ultima erede dei Monaldeschi della Cervara: Maria Paola. L'ultimo conte Negroni lascia in eredità alla nipote Maria Giberti Macioti feudo e castello nel 1882. Il possesso di Monte Rubiaglio da parte dei Negroni dura pertanto 184 anni, nel corso dei quali il castello viene adibito a laboratorio di occultismo, dal 1698 al 1730, e poi a caserma pontificia fino all'unità d'Italia, riservando ai conti alcuni ambienti. Nel rapporto della visita apostolica di monsignor Lercari, nel 1705, Monte Rubiaglio appare come baronia Lattantij Negroni. Nel 1725 il conte Giovanni Battista ospita al castello Giacomo III Stuart (1688-1766), al secolo Giacomo Francesco Stuart, figlio di re Giacomo II. Giacomo III non sale mai al trono e vive in esilio tentando di sollevare rivolte cattoliche nel suo paese. Muore ospite di papa Pio VI e viene sepolto in San Pietro in Roma. Suo padre si è fatto cattolico nel 1672 e tenta di riportare il cattolicesimo in Inghilterra, provocando la reazione del clero anglicano e del paese. Doma nel sangue la rivolta del duca di Monmouth, ma viene detronizzato dal genero Guglielmo d'Orange.

    giovanni battista negroni

    Giovanni Battista Negroni nasce ad Orvieto intorno al 1670, dal conte Giovanni Francesco, governatore del territorio per la Santa Sede. La probabile data della sua morte, in Orvieto, si colloca intorno al 1730. Nel 1698 Giovanni Battista, sposando una Ludovisi da San Casciano, Conte Giovanni Battista Negronicomproprietaria della metà del Castello e del feudo di Monte Rubiaglio per eredità del principe Nicolò Ludovisi, ed acquistando i diritti ereditari, pari al residuo cinquanta per cento della proprietà, di Maria Paola, ultima dei Monaldeschi della Cervara, diviene l'unicoParticolare del dipinto Lezioni di Anatomia del dottor Tulp. Notare l'identicità del vestito. proprietario del Castello di Monte Rubiaglio che è costretto a consolidare e restaurare per eliminare gli effetti del grande terremoto del giugno 1695. All'epoca il borgo di Monte Rubiaglio conta 254 abitanti, di cui 138 uomini e 116 donne, costituenti 60 famiglie, di cui 45 intra castrum e 15 extra castrum. Le famiglie insediate fuori dal castello costituiscono il contado o, come si dice al tempo, dodici contrade: la Villa; il Poderuccio; le Caselle; le Terre Prese o di là dal Paglia; il Giardino; l'Olmaia; Corigli; il Belvedere; Soana; il podere del Beneficio; la Casa del Portone; il podere San Giovanni. Il conte Giovanni Battista Negroni, studioso figlio del suo tempo, è un valido alchimista e persegue la tesi tipica di questa arte: l'unione degli opposti, poiché esiste una sola materia prima nell'Universo che è trasformata da fatti esterni. In fondo questo è l'attuale principio fondamentale della chimica enunciato da Lavoisier (1743-1794): "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". Si getta quindi intensamente nella ricerca seguendo Dio, il massimo del positivo, ed il demonio, il massimo del negativo, poiché se Dio è colui che è, il demonio è colui che cambia il nome e la forma. A questo tipo di ricerca ne integra altre basate sull'alchimia, sulla botanica e sugli studi di fisiognomica umana-animale-vegetale di Giovanni Battista o Giambattista Della Porta.


    Questi studi gli valgono il sospetto di stregone dal governo: è più sfortunato del suo maestro Giambattista Della Porta che ripara indenne presso il proprio protettore Luigi d'Este, ma meno sfortunato del più noto Cagliostro, morto in carcere nella fortezza di San Leo. Riesce dunque a sopravvivere poiché non sono emersi processi a suo carico né per stregoneria, né per altro. Per contro nulla è noto ad oggi sulla data, sul luogo e sulle circostanze della sua morte. Egli non lascia molti segni delle sue opere e ciò è comprensibile dato che la santa inquisizione, vicina al suo termine, in quegli anni violentemente sferra i suoi ultimi colpi di coda: nella sola Val Poschiavina, in prossimità del passo del Bernina, nel 1697, ben 112 donne e 14 uomini vengono inquisiti e giustiziati sul rogo per stregoneria. I suoi parenti poi, funzionari dello Stato pontificio, alti prelati e cardinali, si affrettano a distruggere, dopo la sua morte nel 1730, tutte le sue opere, i suoi scritti, i suoi strumenti, i suoi ritratti: distruggono il laboratorio del Conte facendone murare gli ingressi; abbandonano il Castello di Monte Rubiaglio fino al termine della stirpe, che avviene nel 1882; cambiano la propria insegna araldica, per indicare una differenziazione da lui, sostituendo i due mori con due stelle e le frecce con una mezza luna, come è ancor oggi visibile in un balcone di un palazzo, una volta loro, in piazza Vivaria in Orvieto. Indubbiamente l'opera del conte Giovanni Battista Negroni deve essere stata considerata estremamente negativa per la Chiesa, intesa come religione e come governo, da costringere i suoi congiunti a cancellarne ogni traccia, a dimenticarlo e disconoscerlo fino alla fine dei loro giorni avvenuta un secolo e mezzo dopo. Le tracce che il conte Giovanni Battista ha lasciato, od almeno quelle che i suoi parenti e successori non hanno provveduto a cancellare, sono pitture, sculture, costruzioni e oggetti: nulla dei suoi innumerevoli scritti è rimasto; ignoto è il luogo della sua sepoltura; sconosciuto è il suo volto poiché nessun busto o ritratto esistono per ricordarlo. Queste poche tracce, però, sono sufficientemente valide per permettere di ricostruire abbastanza solidamente, se non le attività specifiche, almeno la linea di pensiero e di studio del Conte. Negli ambienti della magia il nome del conte Giovanni Battista Negroni è ancora noto principalmente per le attività di negromanzia e di stregoneria. Quanto segue si limita comunque a descrivere solo quanto di tangibile, visibile e leggibile che il Conte ha lasciato di sé, corredandolo di informazioni e traduzioni simbolistiche per una migliore lettura e comprensione di questi reperti.

      La data/ora di oggi è Dom 28 Apr 2024 - 6:43