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la vita oltre la morte


    cimitero delle fontanelle

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    Messaggio  amministratore Gio 5 Giu 2008 - 20:11

    breve storia

    Dalle colline oggi chiamate "Colli Aminei" partivano quattro impluvi i quali, incidendo il tufo, lo mettevano a nudo creando dei veri e propri valloni, attraverso cui trovava recapito la cosiddetta "Lava dei Vergini". Colate di fango e detriti provenienti dall'erosione della coltre piroclastica che ammanta le colline circostanti. La "lava dei vergini" per millenni ha eroso il vallone delle Fontanelle e della Sanità, creando le condizioni ottimali per l'estrazione del tufo che le leggi del '600, le prammatiche, vietavano di cavare "intra moenia" per cui lo si prelevava "extra moenia" proprio in questa zona. La stessa strada, Via Fontanelle, rappresenta il vecchio impluvio sulle sponde del quale sono dislocate numerose cave che, fino al secolo scorso, hanno fornito i materiali da costruzione per l'attività edilizia di tutta la città e che oggi sono adibite ad usi più disparati: deposito di ulive, vetrerie, lavorazione di cioccolata, marmi, garages, cantine, tacchifici, depositi di materiali per l'edilizia e persino luoghi per essiccare stoccafisso e baccalà. A metà del XVI secolo, la lava provocò un'enorme voragine nella strada delle Fontanelle, per cui si ordinò ai "salmatari di riempire la stessa con sfabbricatura"; questa notizia ci fa capire che già a quel tempo le Fontanelle erano praticate dai salmatari. All'epoca i morti venivano interrati nelle chiese, dove però non c'era più posto per cui i salmatari, di notte, li disseppellivano e li scaricavano nelle vecchie cave abbandonate. A seguito dell'ennesima alluvione, dalle cave fuoriuscirono molte salme e si racconta che gli abitanti della Sanità non uscivano di casa per r riconoscere i propri morti. Fu ordinato, quindi, ai salmatari ricomporli nell'ultima cava.
    L'origine di questo ossario, però, si fa risalire al XVI secolo quando la città fu flagellata da tre rivolte popolari, tre carestie tre terremoti, cinque eruzioni del Vesuvio e tre epidemie e, essendo il luogo isolato, fu qui che vennerò raccolti i cadaveri delle vittime. Micidiale fu la pestilenza del 1656, per cui i muri che chiudevi le cave furono di nuovo abbattuti e le stesse cave, secondo alcuni, accolsero 250.000 cadaveri su una popolazione 400.000 abitanti e, secondo altri, addirittura 300.000. L'architetto Carlo Praus racconta che nel 1764, "epoca memoranda di una esterminatrice carestia", il Cimitero delle Fontanelle fu destinato dal Comitato di Pubblica Sanità a seppellire le salme della bassa popolazione, che non trovavano posto nelle pubbliche sepolture delle chiese all'interno della Città. Ed ancora il Praus, a seguito dell'editto di Saint-Cloud del giugno 1804, presenta nel 1810 un progetto per la costruzione di un vasto camposanto mediante l'ampliamento dell'antica necropoli delle Fontanelle.
    Nel 1837, per provvedimento del Consiglio Sanitario, in seguito all'invasione del "colera morbu", furono portati in questo cimitero altre salme, tra cui, forse, quella del Leopardi. Nello stesso anno, essendo stato ordinato di togliere gli ossami da tutti i cimiteri delle parrocchie e delle confraternite e di portarli nell'Ossario delle Fontanelle, un gran numero di carri, scortati da confratelli e guardie, trasportarono in queste grotte cataste di resti mortali.
    Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872, quando il parroco della chiesa di Materdei, Don Gaetano Barbati, con l'aiuto di popolane mise in ordine le ossa nello stato in cui ancora oggi si vedono e tutte anonime, ad eccezione di due scheletri: quello di Filippo Carafa Conte di Cerreto dei Duchi di Maddaloni, morto il 17 luglio 1797 e di Donna Margherita Petrucci nata Azzoni morta il 5 ottobre 1795; entrambi riposano in bare protetti da vetri. Il corpo di Donna Margherita è mummificato ed il teschio ha la bocca spalancata come di chi sta per vomitare, per cui si dice che la nobildonna sia morta strangolata da uno gnocco. Nell'ordinare le ossa furono messe nella navata retrostante la chiesa quelle provenienti dallo spurgo delle parrocchie e delle congreghe per cui essa fu detta "navata dei preti"; la centrale fu chiamata "navata degli appestati" perché in essa erano stati sotterrati questi morti. L'ultima è la "navata dei pezzentelli" perché qui furono accomodate le ossa della gente povera. Così il cimitero entrò nel costume cittadino.

    cimitero delle fontanelle Fontan10

    galleria di immagini
    http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2577/GP/14


    Ultima modifica di amministratore il Gio 5 Giu 2008 - 20:19 - modificato 1 volta.
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    cimitero delle fontanelle Empty Re: cimitero delle fontanelle

    Messaggio  amministratore Gio 5 Giu 2008 - 20:16

    Il culto delle anime del Purgatorio · l'Anime Pezzentelle

    Nel documento del canonico e archeologo Andrea De Jorio, vi è gia preciso riferimento alla trasformazione della cava a luogo di culto, ("....fu costruito un muro ed un altare...") avvenuto verso la fine del 1700. Dalla metà del1800 circa, un gruppo di popolane del rione Sanità, denominate "e' maste", riordinò tutti i resti mortali ammassati disordinatamente all'interno della cavità nel corso delle varie epoche. Tutte le ossa furono disposte in una sorta di "pietas popolare" a ridosso delle pareti tufacee seguendo scemi e raggruppamenti ben precisi. Questa sistemazione è ricordata con una lapide all'esterno della chiesa di Maria S.S. del Carmine realizzata alla fine dell'800 e tende a ricordare tutti coloro che morirono in occasione delle pestilenza, in povertà o nelle carceri e classificati pertanto come resti mortali "anonimi".

    A guidare e coordinare i fedeli nella opera di sistemazione dei resti mortali è stato il canonico Gaetano Barbati, fondatore e promotore di un'Opera pia per il suffragio delle "anime in pena". Nel marzo del 1872 il cimitero delle Fontanelle venne aperto al pubblico e le chiavi dal Municipio vennero consegnate al parroco di Materdei. Grazie a Barbati e al Cardinale Sisto Riario Sforza fu istituita un'Opera di suffragio ai defunti nel detto cimitero"...adibendo a chiesa provvisoria la prima cava, sgombrata all'uopo dagli ossami con gran concorso di popolo ...". Il 13 maggio 1877 fu celebrata nel cimitero una prima manifestazione religiosa alla presenza del Cardinale Sforza che prese parte anche alla processione che seguì il detto rito di pietà ed espiazione.


    ampia caverna
    un ingresso al cimitero delle fontanelle


    Dal 1884, anno in cui fu terminato il riordino dei resti umani, la "pietas popolare" napoletana si è rivolta alle "ossa e crani anonimi" con devozione religiosa familiare, con un culto che spesso richiama arcaiche tradizioni di tipo pagano. Alle anime in pena si rivolgevano amorevoli cure e suffragi, garantendo loro il cosiddetto "refrisco". Questo "refrigerio" sarebbe poi stato successivamente ricambiato con l'intercessione dell'anime in pena per la protezione del fedele nei momenti di bisogno. I napoletani, in un clima di venerazione e culto anonimo, iniziarono dunque ad esprimere la propria devozione verso un ideale diverso dalla santità.

    La devozione spinta fino all' "adozione" del teschio e la collocazione di immaginette votive e messaggi scritti all'interno dei reliquari esprimeva una forma di equilibrio tra il culto dei Santi e la devozione popolare delle anime del purgatorio. Il grande numero di urne devozionali site nel Cimitero delle Fontanelle rappresentano i ringraziamenti dei fedeli per le grazie ottenute con l'intercessione delle anime in pena. Le "Maste", ossia le popolane-devote alle quali la tradizione locale aveva attribuito una particolare sensibilità per il culto delle anime purganti, hanno aiutato migliaia di fedeli nella ricerca delle anime particolarmente bisognose di cure e preghiere. All'interno del cimitero si snodavano le processioni religiose, e venivano recitate le caratteristiche "giaculatorie e litanie" per le anime in pena, tra le tante una:

    storia recente

    Il culto delle adozioni degenerò in feticismo per cui il Cardinale Ursi, nel 1969, ordinò la chiusura dell'ossario.
    Negli anni '80 si tentò una timida apertura, ma subito si appalesarono dissesti alla cavità che ne determinarono la chiusura.
    Nel 2002, su iniziativa del Sindaco Commissario Straordinario di Governo al sottosuolo, Rosa lervolino Russo e dell'Assessore alla Protezione Civile e Difesa del Suolo, Ferdinando di Mezza, si approntò un progetto dettagliato di messa in sicurezza della cavità e di recupero dell'antico cimitero, con l'obiettivo di restituirlo alla città, garantendo la conservazione dello stesso e della struttura.
    I lavori furono ultimati e il cimitero, nel maggio 2006, è stato riaperto al pubblico

      La data/ora di oggi è Ven 26 Apr 2024 - 17:49